Venerdì 29 maggio 1953, alle ore 11:30, Edmund Hillary e Tenzing Norgay arrivano sulla vetta più alta del mondo.
Un’impresa titanica per l’epoca, la prima conclusa con successo dopo più di trent’anni di tentativi falliti. Un'opera possibile anche grazie alla colossale spedizione che i due escursionisti avevano al seguito: 350 portatori, 20 sherpa, tonnellate di provviste e 10 alpinisti comandati dal colonnello dell’esercito britannico John Hunt.
Dichiarò Sir Edmund: “Sia io che Tenzing pensavamo che una volta scalata la montagna, nessuno avrebbe fatto un altro tentativo”. Come si sbagliava.
Un’impresa titanica per l’epoca, la prima conclusa con successo dopo più di trent’anni di tentativi falliti. Un'opera possibile anche grazie alla colossale spedizione che i due escursionisti avevano al seguito: 350 portatori, 20 sherpa, tonnellate di provviste e 10 alpinisti comandati dal colonnello dell’esercito britannico John Hunt.
Dichiarò Sir Edmund: “Sia io che Tenzing pensavamo che una volta scalata la montagna, nessuno avrebbe fatto un altro tentativo”. Come si sbagliava.
Nel corso del 2019 il governo nepalese ha concesso 381 permessi per scalare l’Everest, più altrettanti permessi per gli sherpa. Nei quasi settant’anni dall’apertura della prima via più di 5000 persone sono riuscite a conquistare la cima, di queste 295 sono morte con il sogno di arrivare a 8848 metri di altezza.
La concessione dei permessi di scalata è una quota fondamentale degli introiti che percepisce il governo nepalese (ogni permesso costa circa 11.000 dollari), nonché una delle maggiori fonti di guadagno per tantissime persone di etnia sherpa che, nel ruolo di portatori e guide, attrezzano la salita e i campi per i clienti delle diverse compagnie private di spedizione. Le stesse compagnie arrivano a chiedere fino a 130.000 dollari (e comunque mai meno di 35.000) ai propri clienti per la salita, in un settore che gode, a partire dagli anni ’90, di una grandissima popolarità.
La concessione dei permessi di scalata è una quota fondamentale degli introiti che percepisce il governo nepalese (ogni permesso costa circa 11.000 dollari), nonché una delle maggiori fonti di guadagno per tantissime persone di etnia sherpa che, nel ruolo di portatori e guide, attrezzano la salita e i campi per i clienti delle diverse compagnie private di spedizione. Le stesse compagnie arrivano a chiedere fino a 130.000 dollari (e comunque mai meno di 35.000) ai propri clienti per la salita, in un settore che gode, a partire dagli anni ’90, di una grandissima popolarità.
Ha fatto il giro del mondo la foto scattata nel maggio 2019 dall’alpinista Nirmal Purjia, che mostra la fila di persone in attesa di raggiungere la vetta.
Siamo nella cosiddetta “zona della morte”, luogo in cui la permanenza prolungata è rischiossima sia per alpinisti esperti che per i non professionisti. Ad 8.500 metri la carenza di ossigeno è tale da impedire agli esseri umani di resistere più di un breve periodo prima di accusare le condizioni relative all’ipossia; per questo è fondamentale salire e scendere rapidamente. Questo è chiaramente reso estremamente difficoltoso dall’affollamento che ha popolato l’Everest negli ultimi anni.
Siamo nella cosiddetta “zona della morte”, luogo in cui la permanenza prolungata è rischiossima sia per alpinisti esperti che per i non professionisti. Ad 8.500 metri la carenza di ossigeno è tale da impedire agli esseri umani di resistere più di un breve periodo prima di accusare le condizioni relative all’ipossia; per questo è fondamentale salire e scendere rapidamente. Questo è chiaramente reso estremamente difficoltoso dall’affollamento che ha popolato l’Everest negli ultimi anni.
Ma l’affollamento è anche causa dell'altro enorme problema che caratterizza questo nostro periodo storico: l’inquinamento.
Gruppi sempre maggiori di scalatori significano anche enormi quantità di spazzatura lasciata indietro, che si trova principalmente a livello dei campi base, ma anche lungo le vie di salita (plastica principalmente, e rifiuti biologici umani, ma anche guanti, pezzi di tende volate via, resti di attrezzature abbandonate lungo la via). Ad aggravare la situazione c'è il riscaldamento globale, il cui conseguente scioglimento dei ghiacci – che ha colpito anche le più elevate vette himalayane – ha portato alla luce un’ulteriore quantità di rifiuti, fino a quel momento seppellita sotto la neve.
Nella primavera del 2018 una squadra cinese ha raccolto 8,5 tonnellate di rifiuti e dal 2019 la il governo ha deciso di impedire l’accesso al Campo 1 ai turisti privi di permesso, proprio a causa dell’impatto che l’interesse di un sempre maggior numero di persone ha sull’ambiente. Azioni analoghe si sono verificate anche sul versante nepalese della montagna, dove nel 2019 altre 3 tonnellate di spazzatura sono state raccolte da un team di 14 persone. Il governo ha quindi previsto una cauzione di 4.000 dollari a testa, restituita se lo scalatore torna giù con otto chili di spazzatura raccolta (circa l’equivalente di quanto un individuo produce durante la permanenza in quota).
Queste sono solo alcune delle iniziative partite – sia a livello locale che globale – per risolvere il problema dell’inquinamento ma, secondo le stime dell’Everest Summiteers Association, sulla cima della montagna rimangono ancora 30 tonnellate di rifiuti di diverso tipo.
Gruppi sempre maggiori di scalatori significano anche enormi quantità di spazzatura lasciata indietro, che si trova principalmente a livello dei campi base, ma anche lungo le vie di salita (plastica principalmente, e rifiuti biologici umani, ma anche guanti, pezzi di tende volate via, resti di attrezzature abbandonate lungo la via). Ad aggravare la situazione c'è il riscaldamento globale, il cui conseguente scioglimento dei ghiacci – che ha colpito anche le più elevate vette himalayane – ha portato alla luce un’ulteriore quantità di rifiuti, fino a quel momento seppellita sotto la neve.
Nella primavera del 2018 una squadra cinese ha raccolto 8,5 tonnellate di rifiuti e dal 2019 la il governo ha deciso di impedire l’accesso al Campo 1 ai turisti privi di permesso, proprio a causa dell’impatto che l’interesse di un sempre maggior numero di persone ha sull’ambiente. Azioni analoghe si sono verificate anche sul versante nepalese della montagna, dove nel 2019 altre 3 tonnellate di spazzatura sono state raccolte da un team di 14 persone. Il governo ha quindi previsto una cauzione di 4.000 dollari a testa, restituita se lo scalatore torna giù con otto chili di spazzatura raccolta (circa l’equivalente di quanto un individuo produce durante la permanenza in quota).
Queste sono solo alcune delle iniziative partite – sia a livello locale che globale – per risolvere il problema dell’inquinamento ma, secondo le stime dell’Everest Summiteers Association, sulla cima della montagna rimangono ancora 30 tonnellate di rifiuti di diverso tipo.
L’epidemia di coronavirus ha dato una temporanea battuta d’arresto alle spedizioni himalayane – con il governo nepalese che ha vietato le spedizioni per la scorsa stagione primaverile – ma il problema è lungi da essere risolto, soprattutto se l’Everest continuerà ad essere una meta così ambita. Molti hanno puntato il dito contro la gestione dei permessi da parte del governo nepalese, ma è difficile pensare che il governo si possa privare di una fonte così ingente di introiti, in un paese dove il PIL pro-capite è di poco superiore ai 900 dollari. Serve quindi uno sforzo congiunto da parte di associazioni, compagnie di spedizione e soprattutto da parte delle persone che decidono di cimentarsi nell’impresa, per preservare l’ambiente immacolato della “Santa madre dell’universo”.
Chiara Sleiman
Fonti
National Geographic, Everest 1953: La missione impossibile di Sir Edmund Hillary e Tenzing Norgay
National Geographic, Want to climb Mount Everest? Here's what you need to know
National Geographic, Trash and Overcrowding at the Top of the World
Business Insider, People are paying up to $130,000 to climb Mount Everest with personal photographers and private bars at base camp
La Repubblica, Addio montagna immacolata, l'allarme sull'Everest: "E' diventato una discarica"
La Repubblica, Discarica Everest, la Cina chiude l'accesso ai turisti: "Troppa spazzatura"
National Geographic, Want to climb Mount Everest? Here's what you need to know
National Geographic, Trash and Overcrowding at the Top of the World
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La Repubblica, Addio montagna immacolata, l'allarme sull'Everest: "E' diventato una discarica"
La Repubblica, Discarica Everest, la Cina chiude l'accesso ai turisti: "Troppa spazzatura"